La capogruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento Ue, Iratxe García Pérez: «Stiamo vivendo un momento di incertezza ed è più che mai necessario lanciare politiche che contribuiscano a generare speranza e giustizia sociale»
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES «Le due vittorie di domenica rappresentano una boccata di ossigeno importante per il progetto europeo». Iratxe García Pérez, spagnola, è la capogruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo.
Cosa significano per l’Ue la vittoria di Macron in Francia e di Golob in Slovenia?
«La Francia è un Paese fondamentale nella costruzione europea e con il suo voto, scegliendo Emmanuel Macron, ha dato un forte segnale europeista voltando le spalle all’estrema destra che invece vuole distruggere il progetto europeo, i valori fondamentali, la democrazia europea. E così anche in Slovenia, dove il premier Janez Janša ha perso la maggioranza. È un chiaro segnale nei confronti del suo governo autocratico, che non ha difeso lo Stato di diritto: si apre un nuovo cammino per una Slovenia più europeista».
Ha mai pensato che Marine Le Pen potesse vincere?
«Eravamo coscienti che lo scarto con la signora Le Pen sarebbe stato più stretto rispetto a 5 anni fa, c’era preoccupazione perché l’opinione pubblica e la società in Francia sono molto più polarizzate. Ma partiti così diversi come la destra repubblicana francese e il partito socialista francese hanno chiesto un cordone sanitario contro l’estrema destra e ha funzionato bene: un voto per Macron per fermare l’estrema destra».
In Francia al primo turno i giovani hanno scelto gli estremi. In cosa deve cambiare l’Unione?
«Dobbiamo riflettere in tutta l’Ue, non solo in Francia, su come stiamo agendo per poter dare un messaggio molto più chiaro alle generazioni future. Stiamo vivendo un momento di incertezza ed è più che mai necessario lanciare politiche che contribuiscano a generare speranza e giustizia sociale. Oggi i giovani nell’Ue hanno problemi legati alla precarietà del mercato del lavoro e degli alloggi, a cui i governi devono dare una risposta».
Queste due vittorie sono la sconfitta del populismo o il rischio in Ue rimane?
«In Europa c’è il pericolo di non essere in grado di incanalare il malcontento sociale. Il populismo ha caratteristiche diverse, dà soluzioni facili a problemi complessi mentre la politica deve essere molto più responsabile, bisogna fare molta più pedagogia e si deve affrontare l’agenda sociale europea in modo molto più forte».
Che lezione hanno dato queste elezioni?
«I valori sono gli stessi di sempre: giustizia sociale, uguaglianza, solidarietà. Ma in un mondo globalizzato e che cambia, le risposte devono essere adattate ai nuovi tempi e questo è quello che noi partiti tradizionali dobbiamo imparare».
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